Macron l’europeo

© Kak “Vai avanti, ti seguiamo”

Avendo avuto la possibilità di partecipare al dibattito, il 17 aprile, al Parlamento europeo, Libex ne propone una sintesi, illustrata – grazie a tutti i vignettisti che ci hanno mandato i loro disegni.


Per la prima volta nella storia del Parlamento europeo, il presidente di un grande paese ha accettato di partecipare ad un dibattito con gli eurodeputati, in precedenza considerati rappresentanti del popolo di seconda classe. Un dibattito durato quasi tre ore, dopo un intervento del presidente di circa 25 minuti, durante il quale non ha eluso alcuna domanda.

Brillante come al solito, sicuro delle sue convinzioni e dell’importanza delle sue proposte, non esitando a mordere gli opponenti di estrema destra abbastanza aggressivi, in particolare l’ex LePennista, Philippot, Emmanuel Macron è rimasto fedele a se stesso. Nonostante la riluttanza del club degli otto paesi del nord Europa sfavorevole ad qualsiasi progresso sull’euro, la riluttanza dei tedeschi a seguirlo con una Cancelliere indebolita, non ha ritirato nessuna delle sue proposte presentate nel discorso di Atene poi della Sorbona. Sicuro del valore prospettivo delle sue idee e della loro importanza per il futuro dell’Europa in un mondo ostile, , è stato però attento ad ascoltare le critiche, anche se inflessibile nell’accettarle senza aver precedentemente dimostrato che la sua linea era quella da seguire.

© Placide (Eric Laplace) “Come per il Partenone, voglio recostruire l’Europa”

Ha sviluppato due assi principali:

L’importanza per l’Unione di difendere, all’interno e all’esterno, i valori della democrazia e della cultura europea che costituiscono la sua identità. Valori che sono e devono rimanere la punta di diamante e il “soft power” dell’Unione in tutte le sue azioni interne ed esterne, compresi gli accordi commerciali internazionali. Ha analizzato il ritorno del nazionalismo, dei poteri autoritari, delle democrazie illiberali come la ricomparsa di una forma di “guerra civile”. Dichiara: “Di fronte all’autoritarismo ovunque intorno a noi, la risposta non è la democrazia autoritaria, ma l’autorità della democrazia“. Un’autorità che non esita a dimostrare contro gli opponenti alle sue riforme messe in atto dal suo governo.


Il secondo tema è stato quello della necessaria costruzione di una vera e propria sovranità europea, una sovranità complementare, ma non in competizione con le sovranità nazionale, indispensabile per affrontare le sfide del nostro mondo. Sovranità digitale, commerciale, industriale, climatica, energetica, alimentare, sociale e sanitaria. Una sovranità che deve essere tradotta coerentemente in un progetto e un budget per il quale la Francia è pronta ad aumentare il suo contributo. Secondo lui, in considerazione del fatto che i problemi sono globali, devono essere trattati in modo globale. Il bilancio europeo non leva niente ai bilanci nazionali, perché beneficia a tutti in modo più efficiente.

I dibattiti

Sia il Presidente della Commissione Juncker, i presidenti dei principali partiti: PPE / PPE, S & D (Socialisti e Democratici), ALDE / ALDE (liberali), Verdi / ALE si sono congratulati da questo ritorno della Francia nel campo europeo. Tuttavia, nonostante le lodi, non hanno risparmiato i critici o gli avvertimenti. In particolare, tutti hanno affermato che l’UE non può essere ridotta alla coppia franco-tedesca, che le persone devono essere ascoltate e protette. È quindi necessario abbandonare il sistema decisionale basato sul solo Consiglio europeo e sulle sue decisioni all’unanimità. Se il presidente francese vuole la democrazia, deve parlare a livello europeo, quindi rappresentanti del popolo e non capi di governo.

© Pinter “L’incontro con Macron è andato bene”

Siria

Molti hanno sostenuto l’azione della Francia in Siria, dato i veti russi alle Nazioni Unite, e la perdita di credibilità dell’Unione per molti anni, troppo debole, una debolezza gradita e che lascia le mani libere ad altre potenze, anche piccole su scala globale, come l’Iran. Tuttavia, molti sono stati i critici: la Francia deve rispettare il diritto internazionale … e agire con l’Europa e non da sola.

 


Allo stesso modo, la politica migratoria della Francia è stata fortemente criticata.

Le risposte del presidente Macron

Per Macron, se l’asse franco-tedesco è indispensabile, ma sa perfettamente che l’UE è e deve essere molto più. Tuttavia, per lui, non è accettabile che quelli che non vogliono andare avanti possano bloccare quelli che lo vogliono.

Per la Siria, egli sa che i bombardamenti effettuati in modo puntuale non sono una soluzione, ma un segnale del ritorno dell’occidente nel gioco politico di questa zona. La priorità è e rimane di trovare una soluzione politica alla crisi – a Ginevra – e lo sviluppo dell’aiuto umanitario.

Per il problema della migrazione, il trattato di Dublino deve essere riformato, ma finché non lo sarà, le sue regole devono essere rispettate, altrimenti la situazione diventerebbe ingestibile. La riforma dovrà concentrarsi su una maggiore solidarietà per la gestione delle frontiere comuni, su chiare regole comuni e armonizzate nella gestione dei diversi tipi di migrazione, una solidarietà finanziaria europea verso le città e le regioni più esposte e attive nell’accoglienza dei migranti e, in particolare, nello sforzo di integrazione e di formazione delle persone accolte, e infine permettere un trattamento umano di tutti.

 

© Alf 

vidéo intégrale in francesehttps://www.youtube.com/watch?v=TX4N53KEPhc
Communiqué de la présidence du PE,Veda: http://www.europarl.europa.eu/the-president/fr-it/sala-stampa/tajani-il-dibattito-in-plenaria-con-macron-dimostra-che-il-parlamento-e-i-cittadini-sono-al-centro-del-progetto-europeo

Autore

Economista e storico, direttore del centro LIBREPRESSION, Fondazione Giuseppe di Vagno

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